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CARLO MAGNO
(742 - Aquisgrana 814). Re di Neustria
(758-814), re di Borgogna (768-814), re dei franchi (771-814), imperatore
del Sacro romano impero (800-814). Figlio di Pipino il Breve, re dei franchi,
e di Berta, figlia di Cariberto, conte di Laon. Alla morte del fratello
Carlomanno (771) incorporò anche i suoi domini, costrinse alla
fuga i suoi figli e si fece acclamare unico re dei franchi. Nello stesso
anno ripudiò la moglie Ermengarda, figlia del re dei longobardi
Desiderio, e sposò la nobile sveva Ildegarda. Nel 773, su sollecitazione
di papa Adriano I, scese in Italia contro i longobardi e assediò,
prima a Pavia e poi a Verona, il re Desiderio e suo figlio Adelchi. Nel
giugno del 774, sempre con il sostegno della chiesa, fece prigioniero
Desiderio e annetté alla corona anche il regno longobardo. Nel
776 sconfisse il duca del Friuli; nel 780 intervenne, di nuovo su richiesta
del papa, contro Arechi, duca di Benevento e genero di Desiderio, che
godeva dell'appoggio bizantino, e lo sconfisse definitivamente nel 787.
Contemporaneamente agli interventi nell'Italia longobarda condusse numerose
campagne diplomatiche e militari. Attuò sanguinose campagne militari
contro i sassoni che nell'804 vennero forzatamente cristianizzati. Fra
il 787 e il 793 combatté contro i bavari fino alla sconfitta del
loro re Tassilone III. Gli avari investiti dagli eserciti franchi fra
791 e 796, furono in parte dispersi e in parte sottomessi e convertiti
al cristianesimo. Minor successo ebbero le spedizioni verso nord, contro
danesi e normanni, e verso sud, contro gli arabi di Spagna. Qui, dopo
alcuni successi iniziali (778), Carlo fu sconfitto a Saragozza e a Roncisvalle
e solo nell'801 il figlio Ludovico, re d'Aquitania, poté concludere
una pace con l'emirato di Cordoba e provvedere alla creazione di una marca
ispanica. Il grande impero costruito da Carlo fu consacrato alla fine
del secolo, quando papa Leone III, minacciato da una congiura nobiliare,
gli chiese protezione, lo accolse a Roma con i più alti onori e
nella notte di Natale dell'anno 800 lo incoronò imperatore. L'opera
di rafforzamento e di consolidamento dell'impero continuò negli
anni successivi. In particolare, la ricostruzione di un impero d'occidente
rese problematici i rapporti con l'impero bizantino sfociati in una guerra
che si concluse soltanto nell'812 con un accordo di pace. Ma le preoccupazioni
maggiori di Carlo Magno si rivolsero all'organizzazione delle strutture
del potere, all'amministrazione e gestione dell'impero e all'omogeneizzazione
dei diversi territori. Egli provvide alle esigenze di questa politica
spostandosi continuamente, con tutta la sua corte, dall'una all'altra
zona dell'impero. In ambito economico cercò, anche attraverso una
riforma monetaria che incentivò la circolazione della moneta d'argento,
di rivitalizzare il commercio. Sul piano politico e su quello del controllo
sociale fece leva sulla potente aristocrazia terriera laica ed ecclesiastica
e sul rapporto vassallatico-beneficiario che stabiliva una complessa rete
di legami personali. Si trattava di un sistema destinato a realizzare
una sorta di compenetrazione tra ordinamento pubblico e strutture vassallatico-beneficiarie,
per cui divenne abituale la concezione che la carica pubblica fosse essa
stessa un beneficio, anziché un servizio da compensare con un beneficio,
cioè con la concessione di beni. Particolarmente attivo fu nella
promozione delle arti e della cultura letteraria, filosofica e scientifica,
al punto che si è parlato, per gli anni del suo regno, di una vera
e propria rinascita carolingia. Essa si appoggiò non tanto ai centri
urbani, quanto a istituzioni ecclesiastiche, soprattutto monasteri (spesso
sedi di celebri scriptoria e luoghi di istruzione per i figli dei
nobili). Parteciparono a quest'opera di diffusione della cultura intellettuali
provenienti da diverse parti dell'impero, che furono spesso anche consiglieri
del sovrano, considerati più tardi membri di una cosiddetta schola
palatina (fra gli altri il diacono sassone Alcuino, Paolo Diacono,
il poeta visigoto Teodulfo, il teologo di origine italiana Paolino, il
franco Eginardo). Destinato a restare per secoli simbolo dell'unità
dei cristiani e dell'Europa e simbolo della lotta contro gli infedeli,
Carlo Magno poté trasmettere il suo potere al figlio Ludovico I
il Pio che gli succedette come unico imperatore nell'814.
M. Battistoni
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